martedì 28 ottobre 2008

Madonna, che classifica!


Visto che in molti, da molte parti, me l'hanno chiesta, ecco una classifica tutta mia personale dei dischi di Madonna, con breve motivazione. 




1. BEDTIME STORIES (1994)
Fino al precedente "Erotica", ogni rivoluzione operata da Madonna è stata nel segno dell'immagine. Con "Bedtime Stories" ad evolversi è il suono: Madonna, ormai 36enne, si riscopre musicista e poetessa, si circonda di produttori "cult" e non "pop" (su tutti, Nellee Hooper) e sforna un disco che affonda le proprie radici nel soul, nell'hip-hop, nell'r'n'b, persino nel jazz. E l'unico brano di impronta dance ("Bedtime Story") è così rarefatto e raffinato da provocare rapimento estatico, anziché movimento erratico. Capolavoro.
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2. MUSIC (2000)
Qualche mese prima dell'uscita di "Music", viene pubblicato in Francia "Production", album di Mirwais che contiene, in anteprima, "Paradise Not For Me", in cui i sospiri di Madonna sono filtrati e vocoderati ad arte. Ascoltando l'album di Mirwais, già si possono intuire le future sonorità della Signora Ciccone: elettronica ruvida, suoni di retro-avanguardia, manipolazioni vocali, chitarre interrotte, sontuosi arrangiamenti d'archi. Tutto confluisce in "Music", che associa alla title-track quasi minimale il dispendio di mezzi e soluzioni di "Don't Tell Me", la house impazzita di "Impressive Instant" e uno dei migliori sforzi produttivi di William Orbit, "Amazing". Farraginoso, ma a tratti bellissimo.
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3. LIKE A PRAYER (1989)
In "Like a Prayer" c'è tutto: la maturità stilistica (più dei suoi collaboratori che di Madonna, forse, ma il risultato non cambia), la fascinazione latina, la trasgressione iconoclasta, la ballata avvolgente, una punta di dolore (straordinaria "Oh Father") ed una di rabbia ("Till Death Do Us Part") e alcune hit intramontabili ("Keep It Together", "Cherish" e "Express Yourself", che apre e chiude il "Girl Power" molto prima delle Spice) e un dimenticato, purtroppo, duetto con Prince, "Love Song". Da notare il brano "con messaggio all'incontrario" che chiude l'album, "Act of Contrition". Chiusura ideale, e superamento, del pop anni '80. Fondamentale. 
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4. RAY OF LIGHT (1998)
Intendiamoci: "Frozen" è un capolavoro, un brano inarrivabile, irripetibile. Ma ciò che delude in "Ray of light", e che mi costringe a rifilargli la medaglia di legno, è la produzione di William Orbit. Per il suo primo incontro faccia a faccia con l'elettronica, Madonna arruola l'eccelso produttore e musicista inglese, che da solo ha sfornato opere mirabolanti come "Strange Cargo" (specialmente il quarto capitolo), "Toward the Unknown Region" (firmato Torch Song) e, con Beth Orton, "SuperPinkyMandy". Ha realizzato alcuni dei più bei remix per Madonna, proiettando "Justify My Love", "Erotica" e "I'll Remember" (il mix più bello della sua carriera) in un'orbita siderale fatta di suoni ovattati o appiccicosi, frustate elettroniche, percussioni cangianti e travolgenti, arrangiamenti mozzafiato. Tutto questo in "Ray of Light" non c'è, perchè Orbit batte la fiacca e si adagia su facili soluzioni dance, progressioni informi ("Swim", che seduce seduce, ma non va da nessuna parte), canzoni che al terzo ascolto si rivelano canzoncine ("The Power of Goodbye", "Substitute For Love") e un'imbarazzante e pretestuoso brano in sanscrito ("Shanti/Ashtangi"). Per fortuna, ci sono le incalzanti "Skin", "Nothing Really Matters" e "Ray of Light" (una cover non-cover) a risollevare il tutto, e a permettere ad Orbit di scatenarsi come solo lui sa fare. Peccato. 
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