venerdì 28 settembre 2007

Un omicidio è delinquenza, un milione è eroismo.

Dolce, serena, un sorriso timido sul viso chiarissimo, screziato appena da qualche lentiggine. E giovane, giovanissima, classe 1981. Si presenta alla Biennale di Arti Visive con un carico di scatole scure, contenenti centinaia di piccoli cartoncini rettangolari su ciascuno dei quali è disegnato un volto. I cartoncini, di tre diverse sfumature di marrone, sono in tutto 3445. 6890 se teniamo conto che ad ogni originale corrisponde una copia. Fino a quando Emily Prince, artista di San Francisco che espone alle Corderie dell'Arsenale a Venezia, non inizia l'allestimento della sua opera, assistita da Ayesha Williams di Kent Gallery e dal collaboratore Shaun O'Dell, nessuno sa esattamente a cosa servano e come verranno disposti i 3445 ritratti eseguiti a matitaquotidianamente nell'arco di tre anni. Il titolo dell'opera parla chiaro: "American servicemen and women who have died in Iraq and Afghanistan (but not including the wounded, nor the Iraqis nor the Afghanis)". I volti immortalati sui rettangoli di "vellum-coloured paper" sono quelli dei militari americani deceduti nel corso delle operazioni belliche in Iraq e in Afghanistan (ma, specifica la parentesi ridondante ma necessaria, senza contare i feriti, né gli Iracheni né gli Afghani). Ciascun volto è tracciato su un cartoncino più chiaro o più scuro a seconda della razza del militare deceduto. E tutti questi tasselli, infiniti, giorno dopo giorno sotto i miei occhi compongono una mappa: quella degli Stati Uniti d'America. Una nazione ridisegnata, anzi tracciata, dai propri morti, in questa semplice, efficace, straordinaria e provocatoria intuizione di una giovane arrabbiata dietro la sua apparente pacatezza. Forse è l'opera-simbolo di questa Biennale, dalla quale derivano tutte le altre di stampo "politico": è lucida come una constatazione (cifre alla mano, quest'opera è un grafico, ma più espressiva di qualsiasi grafico mai disegnato) ed agghiacciante come ogni tragica verità. L'America è una pietra tombale, sulla quale sono scritti così tanti nomi da non riuscire a tenerne il conto. Un solo morto fa notizia e si ricorda. Migliaia di morti sono un elenco arido e sterile. Come diceva il Monsieur Verdoux di Chaplin: "Un omicidio è delinquenza, un milione è eroismo."


"Per non dimenticare", si dice spesso, sempre. E poi si dimentica. "Per non dimenticarLI", si è detta Emily Prince. E così ha fatto. Come dichiara lei stessa nel Catalogo della 52. EIA, "I numeri [dei soldati caduti] continuavano ad affiorare nei resoconti quotidiani. [...] Non bastava più sapere quanti. Dovevo vedere le loro foto, familiarizzare appena un po' di più con ciò che stava succedendo lontano dalla mia confortevole casa. [...Disegnarli] è un semplice riassunto, giusto un passo in più al di là dei freddi numeri. Tuttavia per me è qualcosa. Significa trascorrere tempo con ognuno di loro. E' guardare nei loro occhi per vedere chi ora non c'è più. E' seguire la linea di un sopracciglio e cercare di scoprirne l'espressione. E' un'esplorazione visiva e viscerale di questi individui attraverso il loro volto."


Anche il sito di Emily Prince serve, davvero, per non dimenticare. Visitatelo.




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