E' morta nella notte Valentina Giovagnini, che nel 2002 partecipò a Sanremo con un brano di cristallina bellezza, Il passo silenzioso della neve. Valentina, che ho conosciuto solo telefonicamente per un'intervista radiofonica, aveva un talento vero e già maturo. Prima di progettare, scrivere e cantare studiava, approfondiva, si lasciava catturare dai suoni e dalle culture che più l'affascinavano (il periodo medievale in particolare, italiano ancor prima che celtico). Il suo album d'esordio, Creatura nuda, è sbalorditivo: una mescolanza di suoni antichi e moderni (strumenti d'epoca che dialogano con i sintetizzatori), testi ricercati e ricchi di rimandi alla letteratura e alla mitologia (Metamorfosi è un vero gioiello), la sua voce limpida, calda, dagli acuti taglienti, fermi e precisissimi. Disco stupendo, un perfetto biglietto da visita col quale affrontare un futuro sgargiante: ma siamo in Italia, e in Italia chi ha talento ma non ama svendersi non sfonda. A Creatura nuda segue un singolo (Non piango più, eccelso) e poi più nulla, se non la continua promessa di un ritorno immediato e subito procrastinato. A Novembre aveva annunciato in diretta TV (le fecero cantare, ahimé, Che sarà anziché uno dei suoi tanti pezzi ancora inediti) di essere al lavoro su un nuovo disco, in uscita nel 2009. Un incidente stradale se l'è portata via il 2 Gennaio 2009, a soli 28 anni.
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