
Gli ultimi giorni di Mostra del Cinema sono stati così frenetici che non mi è stato possibile aggiornare il blog. Come al solito, il film premiato con il Leone d'Oro (Lust, Caution di Ang Lee) è tra i film che non sono riuscito a vedere.
Film visti alla 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, con breve commento e voto da 0 a 10 (in ordine alfabetico); i voti in alcuni casi differiscono da quelli assegnati subito dopo la visione.
12: Un meccanismo perfetto, l'aggiornamento russo-ceceno della trama non è posticcio, anzi perfettamente integrato. 9.5
24 mesures (24 misure): immodestie d'autore in salsa francese. 0
Andalucia: suggerisco un ripasso del genere picaresco, fuga dalla sala dopo meno di un'ora
Año Uña: serata di diapositive in famiglia, criminale il paragone con La Jetée di Marker. 0
The assassination of Jesse James by the coward Robert Ford: il film inizia dopo i primi 100 minuti, e mostra tutte le sue potenzialità, peccato che il resto si squalifichi da solo. 3
Atonement (Espiazione): più di un motivo di interesse, alla faccia dei bacchettoni che hanno storto il naso. 7
Bangbang wo aishen (Help me Eros): semplicemente cretino nel suo ridicolo e funambolico sfoggio di grevi simboli fallici. 0
Chun-nyun-hack (Beyond the years): il meccanismo narrativo si inceppa presto, la sceneggiatura è a tratti ingenua, molti i dialoghi "telefonati", che tradiscono la scarsità di idee della messinscena, ma le musiche racchiudono un grande fascino, e si sente comunque il tocco di un maestro. 6
Cochochi: privo di trama, privo di senso, privo di ritmo, guai a chi parla di Nouvelle Vague messicana. 0
Continental - A film without guns: straordinario il finale, qualche battuta azzeccata, non da buttare il resto. 6.5
Decision at Sundown: recupero di un western minore, giusto per ammazzare il tempo.
Enrico LXXV - Lucherini a Venezia: il Lucherini senescente è antipatico, e le sue marachelle raccontate a distanza di anni non fanno ridere, forse non merita il mito che gli si attribuisce. 4
Exodus: strampalato, spesso sbagliato, una grandissima occasione sprecata. 4
La graine et le mulet: corale, vivace, iperrealista, alla cinepresa non resta che catturare un'esplosione di vitalità. 9.5
Gruz 200: uno dei pochi film davvero coraggiosi visti alla Mostra, solido, crudo, pericolosissimo. 9
In the valley of Elah: una retorica da imenoplastica (vedi post) si cela dietro ad una sceneggiatura di ferro ma ideologicamente criminale, servita da un ottimo Tommy Lee Jones (chissà perchè, superati i settant'anni tutti gli attori sono "ottimi, imperdibili, dolenti, magistrali"). 4
The iron horse: restauro sbalorditivo di un capolavoro epico travolgente; magie del muto. 10.
It's a free world...: un egregio film per la tv, ma si sa che per Loach l'importante è il "contenuto", quello che piace a certa critica militante. 6.5
Kantoku banzai!: Kitano si è completamente rincoglionito. 1
Medée Miracle: come suggerimmo l'anno scorso a Mimmo Paladino (che presentò un inguardabile e saccente Quijote), anche a Tonino De Bernardi vorremmo suggerire di tornare al suo mestiere (?) e lasciar stare il cinema. 0
Nessuna qualità agli eroi: per difendere il suo film, Paolo Franchi si lancia in disquisizioni su masturbazione e cunnilingus, il che dovrebbe giustificare un'opera di "nessuna qualità". 0
Nightwatching: per il suo grande ritorno, Greenaway rifà I misteri del giardino di Compton House con pochissime variazioni. 3
The nines: un epigono dei film di Spike Jonze, Michel Gondry e compagnia bella, dai quali ha preso solo la maniera, senza l'ironia, il gusto per l'immagine, lo sprezzo del ridicolo, le arditezze di scrittura; peccato, perchè l'idea è interessante, ma i rimandi a Second Life suonano provinciali ed inutilmente modaioli. 4
Per un pugno di dollari: epocale, straniante, asciutto, in un restauro scintillante. 8
REC: aveva uno scopo solo, ossia incutere timore, e ci è riuscito; che vicenda, personaggi e finale siano scopiazzati o ridicoli passa, per il momento, in secondo piano. 5.5
Redacted: premio alla tecnica e alle intenzioni, ma il film è un po' bolso, e l'apparente oggettività è ricattatoria. 6
Searchers 2.0: senza pretese, una scampagnata tra ricordi western e situazioni deliranti e caricaturali. 5.5
Sleuth: fulminante nella prima parte, si inceppa inesorabilmente quando il "gioco" prende il sopravvento e Harold Pinter deve lasciare in secondo piano le sue invenzioni linguistiche; per colpa o merito di Caine e Law è stato sopravvalutato; l'appendice queer è irritante. 6.5
Sous les bombes: cinema "civile", impegnato, una sorta di docu-fiction interessante per le cose che documenta e per le condizioni in cui è stato girato. 6.5
Sügisball (Autumn ball): due anime differenti, alternanza di ritmo e tono, nell'atmosfera surreale dell'Estonia. Quasi Kaurismaki, ma qui si resta svegli. 7.5
Venezia 75: usciti da questa lezione di Storia della Mostra, se ne sa e se n'è capito meno di prima; un antidocumentario. 0
La zona: ci voleva un film di genere per risollevare le Giornate degli Autori; teso, blindato, a tratti perfido, peccato per il doppio finale un po' didascalico. 8.5
Zui yao yuan de ju li (The most distant course): meriterebbe una seconda visione, che ne esalti la trama struggente spesso annacquata da tempi troppo dilatati: 6.5
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