
Questa mattina, a causa dello sciopero dei trasporti pubblici, ho viaggiato in macchina fino a Padova e ritorno, ascoltando la radio. Devo dire, dopo anni di intensa attività radiofonica (ho ideato e condotto programmi dal 1994 al 2004, poi è subentrata la stanchezza), che il quadro generale della radiofonia italiana, specialmente locale, è piuttosto desolante. Ciò che un orecchio allenato (ma, credo, anche chi "sente" senza "ascoltare") riesce a cogliere saltando da una stazione all'altra si può riassumere come segue:
1. C'è troppo parlato inutile: speaker impostati e piacioni, chiacchiere di basso profilo, gossip anche via etere, come se non bastasse quello in TV e sui rotocalchi.
1bis. La radio locale si dice locale perchè nasce in un determinato luogo e in quella zona trasmette, occupandosi principalmente di raccontare la vita della città in cui è attiva. Ciò non significa lasciare accesi i microfoni e mandare in onda qualsiasi cosa passi da quelle parti, parlate dialettali incluse. La radio non è nata, né si è evoluta, per sostituire il mercato rionale.
2. La musica inserita in palinsesto è brutta e, cosa ben peggiore, è la stessa per tutti. Così, una radio locale manda in onda le stesse canzoni di un network nazionale. Forse i direttori delle piccole radio credono in questo modo di equipararsi alle emittenti più grosse; non capiscono invece che la radio locale deve fare la differenza rispetto a quella nazionale, anche nella programmazione delle musiche. La radio locale può e deve osare: non ha alle spalle grossi investitori da accontentare, né magnati dell'informazione ai quali obbedire, né tantomeno rischia di perdere lo zoccoletto duro di ascoltatori mandando in onda Bjork anzichè Madonna. Anche perchè, fra una Britney Spears trasmessa con tutti i crismi da Radio Deejay e una Britni Spiars lanciata da Radio Musestre preferisco di gran lunga la prima. Almeno è stereo!
2bis. Il 90% dei conduttori di programmi a base di musica non ne sa niente di musica, e non perde nemmeno tempo ad introdurre i brani o a "sganciarli" ricordandone titolo ed interprete. Inoltre, la maggior parte degli speaker possiede una pronuncia inglese quantomeno fantasiosa.
3. L'informazione è poca, e quella poca che c'è è "detta" male. Le notizie diramate dalle agenzie stampa sono notizie scritte pensando ai giornali e ai siti internet, ossia ad un'ulteriore forma scritta. Inoltre, sono forme sintetiche ideate per essere poi espanse dalle redazioni dei singoli giornali. Per diffondere a mezzo radio una notizia ANSA è necessario riscriverla adattandola al mezzo, e ciò non avviene quasi mai. Così, si sentono notizie cariche di sigle incomprensibili, di frasi nominali, di ablativi assoluti lunghi interminabili, di subordinate e parentetiche insostenibili. La notizia è: "E' morta Miriam Makeba", e non: "Dopo aver cantato al concerto tal dei tali nel luogo tal dei tali, in occasione del dato evento organizzato dalla data associazione culturale con sede a X, in via Y, partita iva 4815162342, si è spenta a causa di un improvviso malore la cantante sudafricana nota per le sue campagne contro l'apartheid (fenomeno di segregazione razziale cessato all'inizio degli anni '90) Miriam Makeba". Il tutto, naturalmente, in 5 secondi, per non sottrarre spazio alle notizie sportive e agli SMS degli ascoltatori.
Nessun commento:
Posta un commento